Cosa è andato storto? Presente e futuro della pandemia secondo David Quammen



Intervista a David Quammen, autore di Spillover, libro del 2012 in cui l’autore ha scritto del pericolo di un’epidemia dovuta a uno spillover (il passaggio di un virus da una specie a un’altra). Se sapevamo del pericolo, perché non abbiamo fatto nulla per scongiurarlo?


In copertina e nel testo: Luigi Ontani, Senza titolo, Asta PAnanti online

di Francesco D’Isa

Il gusto di aver ragione e l’aver recentemente scalato le classifiche di vendita non rendono meno amaro il successo per lo statunitense David Quammen, che nel suo libro Spillover (W. W. Norton & Company 2012, Adelphi 2014) ha preconizzato il rischio di un’epidemia da coronavirus a partire da uno spillover (un salto di specie) da pipistrello a umano, probabilmente in Cina. Quammen non è un indovino, ma uno scrittore e divulgatore che ha proposto al grande pubblico – con uno stile narrativo e una fluidità invidiabile – il risultato di ricerche scientifiche ben note tra gli studiosi. È buffo leggere nei lanci del libro pre-pandemia frasi come “dopo averlo letto non riuscirai più a dormire” – in verità abbiamo dormito fin troppo, affabulati dalla retorica di leader politici inefficienti e in malafede. Ma se non abbiamo ascoltato i suggerimenti di Quammen in passato, possiamo farlo adesso: è per questo che ho intervistato l’autore per porgli qualche domanda in merito all’attuale situazione mondiale.

Nel 2012 hai scritto che ci saremmo dovuti aspettare un coronavirus pandemico, probabilmente uno spillover da un pipistrello. In una conferenza del 1997, Donald S. Burke ha predetto la SARS. Solo poche nazioni erano in qualche modo preparate a questa eventualità ed è stato fatto molto poco per prevenire la pandemia. Eravamo sicuri che si sarebbe verificata, ma a quanto pare non riusciamo a reagire a rischi certi ma indeterminati. Perché?

Gli scienziati sapevano che stava arrivando il virus e l’hanno detto ai politici. I politici però si sono rifiutati di fare i passi necessari, perché erano troppo costosi e non volevano rischiare di spendere molto per qualcosa che stava per verificarsi ma che poteva non accadere nei prossimi quattro anni – ovvero durante il proprio mandato.

Viviamo una crisi sia medica che ecologica. Scrivi che quelle che stiamo vivendo “sono conseguenze di nostre azioni, non accidenti che ci capitano tra capo e collo”. Il COVID-19 da solo ci ha portato una grave crisi, ma cosa accadrebbe se due catastrofi accadessero contemporaneamente? Non è solo una questione di sfortuna, considerato che il riscaldamento climatico rende più probabili eventi catastrofici. Per esempio, che cosa succederebbe se dovessimo combattere qualcosa di simile agli incendi australiani e una pandemia come questa nello stesso momento?

Hai ragione, il nostro comportamento nei confronti del pianeta sta causando molti danni: il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’insorgenza di malattie sono i tre problemi più grandi. Il cambiamento climatico non ha causato la COVID-19 ma questi due fenomeni hanno le stesse cause: 7,7 miliardi di esseri umani, intelligenti, affamati e in cerca di risorse in modo così avido e diffuso che… il clima sta cambiando, la biodiversità si sta perdendo e nuove malattie stanno migrando dai loro consueti ospiti per infettare l’uomo. Quando queste tre grandi tendenze e le altre conseguenze cominceranno ad accumularsi l’una sull’altra, si verificherà uno stato di grave emergenza, e tutti i miliardi di dollari che potremmo aver speso per la prevenzione, così come tutta la comodità e il lusso che abbiamo guadagnato dal dilagante consumo di combustibili fossili e di altre risorse, ci sembreranno di poco conto, rispetto al prezzo che dovremo pagare. 

Luigi Ontani, Senza titolo, Asta Pananti online

Non possiamo più far finta di nulla: succederà di nuovo. Tu scrivi: “in una popolazione in rapida crescita, con molti individui che vivono addensati e sono esposti a nuovi patogeni, l’arrivo di una nuova pandemia è solo questione di tempo.” Come possiamo sviluppare strategie di contenimento e di gestione a livello sanitario?

La scienza prima di tutto. Dobbiamo investire in una maggiore formazione scientifica, dare finanziamenti e supporto ai virologi, ovvero coloro che esplorano il mondo naturale per identificare i virus che potrebbero diffondersi e infettare gli esseri umani. Questi scienziati devono essere strettamente connessi in reti internazionali – non solo con altri scienziati, ma anche con chi pianifica e governa la salute pubblica e con i leader politici in grado di approvare vasti programmi d’azione. Inoltre abbiamo bisogno di test diagnostici veloci e tecnologici, pronti in grande quantità non appena un nuovo virus si diffonde. Servono grandi investimenti nella salute pubblica e nelle risorse mediche per emergenze così devastanti – più letti d’ospedale, unità di isolamento, ventilatori, scorte di materiale protettivo, una formazione più vasta e accurata per la prossima generazione di professionisti della salute pubblica – e ancora, queste risorse dovrebbero essere coordinate a livello internazionale, in modo da poter essere condivise in modo strategico. Infine, abbiamo bisogno di leader politici migliori, più umili, meno cinici e più colti. E abbiamo bisogno di volontà, in chi governa e nella popolazione di ogni Paese, per impegnarsi in queste strategie.

Senza tutto questo, sì, accadrà di nuovo, e poi ancora. Ci sono molti altri virus, a noi sconosciuti, in natura, e noi ci siamo trasformati – essendo 7,7 miliardi di famelici esseri umani – nel bersaglio più grande del mondo per un’infezione.

Poiché una pandemia richiede un’azione da parte di tutta la popolazione di una nazione – o anche di un continente o del mondo intero – le strategie di comunicazione sono molto importanti. Finora quali sono state, secondo te, le peggiori e le migliori strategie?

La peggiore strategia di comunicazione di questa pandemia è stata lasciare che Donald Trump ogni giorno si svegliasse e parlasse in modo incomprensibile al popolo americano (e al mondo intero) dal caleidoscopico disordine del suo minuscolo cervello egoista. La migliore strategia di comunicazione è stata la pubblicazione di buoni e solidi studi scientifici sul virus e sulla sua progressione attraverso le popolazioni umane da parte di ricercatori competenti, dal Wuhan Institute of Virology alle università e alle istituzioni sanitarie pubbliche di Australia, Italia, USA, Regno Unito e altri paesi del mondo.

I primi eroi di questa catastrofe sono gli operatori medici che combattono sul fronte. I secondi sono gli scienziati che studiano come e perché questo sta accadendo.


David Quammen è uno scrittore e divulgatore scientifico statunitense. Per quindici anni ha curato una rubrica intitolata “Natural Acts” per la rivista Outside. I suoi articoli sono anche apparsi su National Geographic, Harper’s, Rolling Stone, New York Times Book Review e altri periodici.
 
Francesco D’Isa  (Firenze, 1980), di formazione filosofo e artista visivo, dopo l’esordio con I. (Nottetempo, 2011), ha pubblicato romanzi come Anna (effequ 2014), Ultimo piano (Imprimatur 2015), La Stanza di Therese (Tunué, 2017) e saggi per Hoepli e Newton Compton. Direttore editoriale dell’Indiscreto, scrive e disegna per varie riviste.

2 comments on “Cosa è andato storto? Presente e futuro della pandemia secondo David Quammen

  1. Natascia

    Che sia proprio la “Scienza” il problema, questa scienza che per sua stessa natura è basata sul l’osservazione e osserviamo risultati diversi della stessa manifestazione. Ma vengono ignorati almeno dagli scienziati di mainstream. Abbiamo cestinato l’alchimia e tutti quegli eventi che non riusciamo a spiegare con la ‘scienza’, abbiamo deciso che gli animali sono un prodotto di consumo, non riusciamo a ‘curare’ un influenza, dobbiamo convivere con dolori articolari, con diabete, con malattie autoimmuni perché la scienza, questa scienza non cura ma sopprime sintomi. Ma bisogna sovvenzionarla con più fondi perché é la risposta ai nostri problemi o ai problemi di chi ha imparato a non farsi domande….

  2. Intervista sintetica, chiara e interessante!

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