Da leggere, secondo noi


Agosto per L’Indiscreto sarà un mese in cui la redazione rallenta la scrittura per mettersi a leggere. Solo per questo mese, infatti, vi proporremo narrativa e racconti – per tornare a parlare di tutto il resto da settembre. Come prova di buona fede, qui sotto abbiamo unito le idee in questo articolo collettivo  con i consigli di letture per l’estate messi in fila, e spiegati, da alcuni amici e autori de L’Indiscreto.


di Redazione

I consigli di Erik Boni:

Karl Löwith, Da Hegel a Nietzsche. La frattura rivoluzionaria nel pensiero del secolo XIX

Hegel riuscì a compiere l’impresa di elevare a sistema, completo e armonico, tutto il pensiero a lui precedente, e il mondo dello spirito che in lui e nella sua opera trovava il suo compimento e la sua realizzazione definitiva. Come era del resto prevedibile proprio dal frantumarsi in molteplici direzioni della sua sintesi è nato il mondo contemporaneo. Il libro di Löwith – completato in Giappone nel 1941 – ricchissimo di temi e di spunti, opera ancora attualissima e fondamentale per capire il presente, narra la storia di questa esplosione, della frattura fra umano e divino, fra Stato e Chiesa, fra individuo e società, fra capitale e lavoro. Schegge impazzite alle quali stiamo ancora cercando di dare una parvenza di ordine.

Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto

Non è esattamente un libro da leggersi in un’estate, perché ne occorrono diverse. Io l’ho cominciato ormai molti anni fa e devo ancora finirlo. Si tratta di un’opera totale, non riconducibile a un singolo argomento ma nel quale trovarvi ogni volta che lo apriamo una chiave diversa e una nuova illuminazione. Vi è molto sesso, molti personaggi, molti rocamboleschi colpi di scena accanto a lunghe – talvolta noiosette – descrizioni di evanescenti sensazioni e profonde riflessioni sul potere della memoria; ma per me è interessante leggerlo anche come la storia di un tentativo di scalata sociale, quella di un borghese la cui massima aspirazione – dietro il pretesto dell’ideale artistico – è soprattutto quella di sentirsi inserito e accettato nel “bel mondo”.

Václav Havel, Il potere dei senza potere

Il direttore di un negozio di frutta e verdura mette in vetrina, fra le cipolle e le carote, un’insegna con lo slogan “Proletari di tutto il mondo, unitevi!”. Perché lo fa? Cosa cerca di comunicare al mondo? Da questa semplice domanda – posta all’inizio di un manifesto della dissidenza politica al regime comunista nell’allora Cecoslovacchia – ha origine una delle più devastanti analisi del pensiero e della prassi ideologici, contrassegnati dalla inevitabile mancanza di sincerità in ogni comportamento, in ogni momento della vita. Ma “tutti coloro che vivono nella menzogna ad ogni momento possono essere folgorati dalla verità”. Si sarebbe tentati di definirlo un classico del liberalismo, ma sarebbe poco.

 

I consigli di Fabio Cantile:

Per quel che resta dell’estate, tre suggerimenti che uniscono la fantascienza su carta del passato a quella prossimamente sullo schermo, niente di troppo pesante e tutto di cui ci si può fare un’idea rovistando online:

Pierre Christin, Jean-Claude Mézières, Valérian et Laureline

Pochi giorni fa è stato distribuito nei cinema Valerian e la città dei mille pianeti (arriverà in Italia solo a settembre) diretto da Luc Besson e basato sul fumetto nato dalla penna di Pierre Christin e dalle matite di Jean-Claude Mézières. Anche se i due autori si sono detti soddisfatti dell’adattamento, le recensioni al momento restano tiepide, ma che il film piaccia o meno vale la pena dare uno sguardo al fumetto, la storia di due “agenti spazio-temporali” che, pur con qualche ingenuità dell’epoca, riesce ad andare oltre il semplice racconto avventuroso. I disegni di Mézières fanno parte di quel filone del fumetto fantascientifico francese che ha influenzato l’estetica del genere dagli anni Settanta in poi, da Guerre stellari a Il quinto elemento dello stesso Besson (al quale aveva lavorato anche Mézières). Vale la pena leggerlo anche solo per godere dello stile di quegli anni.

Frank Herbert, Dune

Una storia che intreccia ecologia, politica e filosofia. Parlando di influenze seminali nella fantascienza, Dune non è solo stato di diretta ispirazione per personaggi come George Lucas ma ha lasciato spore ovunque. Prima ancora dell’adattamento di David Lynch, l’interpretazione visionaria di Alejandro Jodorowsky aveva raccolto persone e idee che poi si sono riversate nel fumetto (in particolare con Moebius) e nel cinema (Alien, Blade Runner, Terminator). Nei mesi scorsi è stato annunciato un nuovo adattamento diretto da Denis Villeneuve e sceneggiato da Eric Roth, una buona premessa che avrà comunque un bel da fare per domare una storia che da cinquant’anni resiste a farsi condensare su pellicola. Intanto che il film viene prodotto, c’è abbastanza tempo per leggere il primo romanzo – magari anche i restanti cinque libri del ciclo – per poter fare i saccenti con gli amici all’uscita del cinema. Con l’ispirazione per il libro a partire dalle dune della costa dell’Oregon, quest’estate in spiaggia può essere un buon momento per iniziare.

Alexis Lothian, Feminist and Queer Science Fiction in America

Il personaggio del Dottore nella serie TV Doctor Who è un alieno in grado di rigenerarsi quando necessario, assumendo in questo modo nuove sembianze che dall’anno prossimo, per la prima volta dopo dodici incarnazioni, saranno quelle di una donna. La decisione è stata criticata da una parte del pubblico che l’ha vista come una resa al clima politicamente corretto degli ultimi anni; a noi serve come pretesto per parlare della rappresentazione di genere nella fantascienza. Che si sia d’accordo o meno con le premesse dei libri e con l’analisi proposta, questo breve saggio online illustra comunque una serie di casi interessanti su come parità e sessualità sono stati esplorati all’interno del genere, tra utopie (distopie?) di sole donne, riproduzione per partenogenesi e specie aliene con tre sessi. Un esempio meno conosciuto di temi del presente che la fantascienza discute immaginando il futuro.

I consigli di Francesco D’Isa:

Clarice Lispector, Acqua Viva

Un libro breve o una lettera lunga, la cui lettura vale anche soltanto per la bellezza delle pagine finali. Quando traspare troppo narcisismo il testo suona un po’ artificioso, ma quando viene travolto da un impetuoso misticismo – allora sì che diventa splendido.

Roberto Paura, Universi paralleli

Chi confida in un mondo semplice, chiaro e privo di “assurdità”, dovrebbe informarsi sulle complesse cosmogonie della scienza contemporanea, che non hanno nulla da invidiare, in quanto a bellezza e stranezza, a una qualunque mitologia. Un libro in cui ad essere semplice è soltanto il linguaggio dell’autore.

Hugo von Hofmannsthal, Lettera di Lord Chandos (disponibile online)

Per chi in vacanza non vuole leggere nemmeno un libro breve, ecco un classico brevissimo, per di più gratuito, che col tema giustifica la pigrizia: l’impossibilità di scrivere alcunchè.

 

I consigli di Ilaria Gaspari:

Eduard von Keyserling, Afa

Un minuscolo romanzo da leggere in un pomeriggio di ozio e cicale. La storia di un’estate sonnolenta in un castello perduto nel bel mezzo della Mitteleuropa; di passioni sopite, di segreti malinconici e di un figlio che per la prima volta vede, nel padre, un uomo. Questo libro assomiglia molto a un sogno: è difficile, una volta che lo si è finito, ricordare i minimi particolari della trama, ma lascia dietro di sé l’impressione fortissima, trasognata, opprimente, della sua atmosfera.

Gustave Flaubert, Bouvard e Pécuchet

Uno dei libri più divertenti e cinici che siano mai stati scritti (e proprio in senso letterale: è infatti rimasto incompiuto, ma anche in questo sta la sua grazia beffarda e paradossale. I materiali, poi, che Flaubert avrebbe usato per completare la seconda parte del romanzo sono stati pubblicati postumi come Dizionario dei luoghi comuni – a sua volta, un capolavoro). Due copisti, Bouvard e Pécuchet, si conoscono per caso a Parigi, finiscono a vivere in campagna e attraverso una serie di vicissitudini danno prova di spassosissima inutilità.

Philip Roth, Il lamento di Portnoy

In questo libro dolce e irritante, lungo monologo di un nevrotico erotomane, c’è tutta la feroce irrequietezza psicoanalitica che si può desiderare, ci sono ricordi d’infanzia, manie, fissazioni, ricatti affettivi, New York, sesso, amore e molto umorismo.

I consigli di Tommaso Guariento:

George M. Young, I cosmisti russi. Il futurismo esoterico di Nicolaj Fedorov e dei suoi seguaci

Da poco tradotto in italiano, il testo di Young ci introduce alla scoperta del Cosmismo Russo, un’avanguardia artistica, scientifica, tecnologica ed estetica sviluppatasi nei primi anni del XX secolo. È un testo centrale per comprendere la recente fascinazione per narrazioni fantascientifiche legate al transumanismo, all’avvento della Singolarità Tecnologica ed alle esplorazioni spaziali. Produzione artificiale dell’immoralità, automazione del lavoro, riferimenti alla cultura ermetica, intersezioni fra scienza ed arte: i Cosmisti Russi hanno preceduto di un secolo l’emergere di queste tematiche. È giunto il momento di tracciare la loro genealogia. Segnaliamo come articolo introduttivo Futurologie e utopismi nell’arte russa post-sovietica di Alessandra Franetovich su Kabul Magazine ed il mio Dio non è morto, deve ancora nascere su L’indiscreto.

Franco Berardi, Futurability. The Age of Impotence and the Horizon of Possibility

Rispetto al melanconico Heroes: Mass Murder and suicide (Verso 2015) il nuovo lavoro di Franco Berardi indaga la presente crisi da un punto di vista propositivo. Fedele all’insegnamento di Félix Guattari, la prospettiva adottata da Berardi è ecosofica, e considera in modo interconnesso economia, psicologia, sociologia e politica. L’idea principale del testo è che ciò che appare da più punti di vista come un collasso delle istituzioni della modernità (l’espansione tecnologica progressiva, la distruzione di vincoli e barriere territoriali e culturali, il miglioramento delle condizioni lavorative e sanitarie) potrebbe in realtà rivelare una fase più profonda di adattamento, una fase convulsa e confusa, che spalanca l’universo delle possibilità utopiche ed allo stesso tempo tenta di bloccare e controllare l’ingovernabilità del presente costringendo il futuro ad un regime di controllo predittivo. Si può leggere un estratto della prefazione del libro sulla pagina blog di Verso.

Chris Kraus, I love Dick

Uno dei romanzi più importanti degli anni ’90, situato al crocevia fra il memoir, un manifesto politico ed un saggio teorico, I love Dick è un romanzo epistolare che narra la singolare passione dell’autrice (sposata all’epoca con l’intellettuale franco-americano Sylvère Lotringer) per un critico culturale che si è trasferito nel deserto di Antelope Valley. È una storia che narra il complicato rapporto fra il femminismo ed il demi-monde degli intellettuali radicali. È una decostruzione narrativa della forma-saggio, ed allo stesso tempo un valido vademcum sull’arte e la letteratura femminile del XIX e del XX secolo.  

I consigli di Jacopo Nacci:

Jamaica Kincaid, Autobiografia di mia madre

La libertà, il nulla, le colonie. Il dominato come classe universale e, insieme, l’individuo come entità irriducibile a qualsiasi comunità; lo sradicamento come il più perfetto punto d’osservazione storico, politico, metafisico; la superiorità morale della conoscenza empirica del male sulla felicità; l’autofondazione del soggetto come unica forma d’amore possibile. Il romanzo più importante della letteratura contemporanea.

Ernest Cline, Player One

Il Grande Romanzo Nerd. Prima dell’uscita del film di Spielberg Ready Player One, prevista per il 2018, vale la pena di scoprire questa storia avvincente, enciclopedica, scritta con il cuore impazzito per i giochi di ruolo e i videogame, uscita appena qualche anno prima del generale sdoganamento, fin troppo mainstream, di quella che è stata una subcultura gloriosa. Pubblicato dalla defunta ISBN, il cartaceo dell’edizione italiana non risulta più disponibile alla vendita, ma con un po’ di fortuna lo si potrà trovare in biblioteca, mentre il formato elettronico è invece ancora in circolo sui canali p2p.

Laura Pugno, Sirene

Perturbante, teso, compatto e levigato come un manga, questo gioiello di fantascienza uscito nel 2007 per Einaudi, e diventato poi irreperibile, viene finalmente riproposto oggi da Marsilio. Allegoria della condizione femminile nel capitalismo allucinato, specchio dello specchio, ricognizione emotiva nel rapporto dell’umano con l’abisso, con l’estinzione e con il proprio superamento, Sirene è un piccolo capolavoro, un esempio perfetto di quel fantastico in grado di svelare il reale che la quotidianità fa di tutto per nascondere.

I consigli di Edoardo Rialti:

Stephen Zweig, Nietzsche

Come scriveva R. Blunck, chi incontra Nietzsche “si sentirà meno colpito da opinioni o da cognizioni che dall’uomo che si cela dietro di esse. Contro quelle opporrà sovente resistenza, se ha qualcosa da difendere, ma all’uomo che le esprime e al campo magnetico che egli rappresenta non potrà piú sottrarsi con lui completamente.” Si desidera camminare con lui nei boschi, cenare nelle piccole pensioni liguri e campane, fargli compagnia mentre -per il mal di testa- martellava le pareti fino a farsi sanguinare le mani. Rispetto alla monumentale e magnifica biografia di C. Janz, con questo suo studio del grande S. Zweig offre invece un quadro sintetico, come un volto intravisto alla luce di un lampo. Pochi aneddoti, ma un caleidoscopio di intuizioni (tra tutte, quella per cui Nietzsche nasce vecchio e progressivamente ringiovanisce nel corso della sua scalata filosofica), che leggono la sua vita e le sue opere in modo trasversale e continuano a lavorare nella mente una volta chiuso il libro, mostrandoci con commozione quanto orizzonte di libertà- e a quale prezzo- “il filosofo della solitudine” (C. Janz) abbia aperto per chiunque abbia il coraggio di guardare con lui.

Alberto Prunetti, Amianto

Fuck them, make it personal, esoratava la QuellCrist Falconer di R. Morgan. Ci sono libri- penso anche a Tre me e il mondo di T. N. Coates- che comunicano una rabbia bruciante proprio perché al loro centro arde anzitutto un grande amore. Questa è la storia di un padre operaio- Renato, e un figlio nato “acciaio ascendente amianto.” Quell’amianto che si fa strada nel corpo di Renato, passo passo in quarant’anni di lavoro. Che lo ucciderà mentre il mondo industriale faceva tutto il possibile per negare, sminuire, confondere. “Un uomo deve battersi per le vittime, ma se ha finito di amare ogni altra cosa, a cosa serve che si batta?” chiedeva Camus. In questo libro è proprio il insito in tanti dettagli e in un orizzonte che li comprende e li supera tutti -nella fatica quotidiana e nelle cene con amici e familiari, nelle partite di calcio del Follonica, negli appunti per le riunioni sindacali, al tempo stesso concreti e profondi, persino nella consapevolezza, dolorosa come un livido che non guarisce, e al tempo stesso dolce come un sorriso che continua, che “che una persona vive nelle opere…se voglio ricordarmi di Renato posso smerigliare un cancelletto che lui ha costruito saldando dei tondini in ferro, perché la ruggine non lo aggredisca”- che rende il No ai soprusi e alle menzogne che insidiano e corrodono tutto questo, e molto altro, ancora piú intenso e necessario.

Franco Cardini, Europa e Islam: storia di un malinteso

Se affiancato dalle voci coraggiose di I. Manji e A. Hirshi Ali come salutare correttivo (in altri libri e interventi, le sfumature dello stesso Cardini sulla fatwa a Rushdie risultavano irricevibili) questo bel percorso costituisce a sua volta una valida risposta alle tante letture becere e riduttive che inneggiano allo scontro di civiltà tra l’occidente europeo-cristiano e il barbarico, inassimilabile “altro”, l’islam feroce e persecutore. In realtà, la stessa pretesa coincidenza tra Europa e Cristianità è una costruzione ideologica tarda, ed è curioso che per tutto il medioevo Arabi e Turchi  non avessero ancora una parola per “crociata”. Cardini ripercorre numerose e reciproche incomprensioni (i saraceni macchiettistici dell’immaginario occidentale, ma anche la progressiva chiusura del mondo islamico stesso, piagato da un’ottusità in netto contrasto con lo splendore dei suoi momenti migliori) ma illustra anche nessi, influenze, debiti, scambi e persino autentica ammirazione e amicizia tra mondi e mondi, tra uomo e uomo. Come quando il principe Usama ibn Munquidh si recava a Gerusalemme a pregare all’Haram esh-Shafir e raccontò  che “i suoi amici” templari lo protessero da un energumeno appena giunto dall’Europa e voleva impedirgli di pregare.

I consigli di Andrea Daniele Signorelli:

The darkness at the end of the tunnel: artificial intelligence and neoreaction

Il basilisco di Roko, il transumanesimo, le intelligenze artificiali, Julius Evola, la alt-right e pure l’accelerazionismo. Una mini teoria del tutto in cui i più inquietanti aspetti del nostro tempo prendono forma unica. Il panorama che ne esce, ovviamente, non è dei più rassicuranti. (saggio online)

Yuval Noah Harari, Homo Deus, breve storia del futuro

Il futuro dell’uomo e il bivio tra l’ascesa al ruolo di divinità o la probabile sconfitta di un’umanità resa obsoleta dai big data, dal progresso tecnologico, dalla fusione con le macchine, dalla ricerca impossibile dell’immortalità. Sembra un po’ troppo un Ted Talk e manca di rigore, ma è uno dei saggi più appassionanti che vi possano capitare tra le mani (soprattutto per la lucidità con cui individua dinamiche storiche di lunghissimo raggio).

Emmanuel Carrère, Limonov

Probabilmente l’avete già letto tutti, ma io mi ci sono immerso solo di recente. La storia larger than life del russo Limonov – fondatore del partito Nazional-bolscevico (chi ha detto “rossobruno”?), avventuriero, soldato, scrittore, barbone, maggiordomo e altro ancora – è una lettura imprescindibile. E Carrère è chiaramente uno dei grandi del nostro tempo.

I consigli di Enrico Pitzianti:

Quando Edoardo Rialti ha pensato a questo pezzo collettivo mi son detto: “Ok, consiglierò solamente fumetti”. Perché d’estate son stupendi, le pagine scorrono veloci e non c’è bisogno di starsene ogni sera a leggere per due ore su una sdraio da campeggio mentre tutti già dormono. Però poi mi son detto che i fumetti, se devi portarli in valigia, ingombrano: una graphic novel è spesso un mattone per dimensioni e peso e un paio di fumetti normali, quelli da 60 pagine, non sono soddisfacenti perché in qualche ora son belli che finiti quindi bisognerebbe infilarne nel bagaglio almeno una decina a discapito dello spazio e della colonna vertebrale. Quindi ecco tre consigli perfetti per ogni valigia di un lettore de L’Indiscreto,  pesano poco, i contenuti sono interessanti (nel senso che a leggerli se ne sente lo spessore) e la cui fruibilità è massima, cioè tutti e tre si leggono agilmente, non stancano, i periodi sono brevi e la scrittura è scorrevole. Col primo vai sul sicuro, un grande classico: Lo Straniero, di Albert Camus. Lo finisci in una o due sere senza accorgertene, una grande storia di giustizia e morale che ti lascia pensieroso sia che tu sia un libertario convinto che un giustizialista di ferro – saranno 140 pagine scarse, brevissimo e stupendo.

Poi una lettura online visto che è quello che facciamo ogni giorno qui a L’indiscreto, mi sembra il caso di proporre una delle cose migliori che ho letto di recente da uno schermo: My family’s slave di Alex tizon, una storia incredibile sul come la famiglia dell’autore abbia avuto, davvero, una schiava in casa per 56 anni. Si chiamava Eudocia Tomas Pulido. Il racconto è lungo, fantastico per intensità e tema trattato, salvatelo offline e si legge (in inglese) d’un fiato. Terzo consiglio: Teneri violenti di Ivan Carozzi. Evocativo e perfetto se anche per voi agosto è quel mese dove i ricordi si mischiano col presente – ci si entra subito, e vi lascia qualcosa, se avete presente cosa intendo. Per ultimo un romanzo sui generis, La Stanza di Therese del peraltro direttore Francesco D’Isa: l’ho letto più volte e l’ho anche presentato in pubblico, stranissimo romanzo epistolare su un eremitaggio contemporaneo e sulla fuga dalla società (vi ci rispecchiate se il vostro agosto è in un albergo) – intimo e pienissimo di paradossi e giochi mentali – molto meglio delle parole crociate. E buon agosto.


Qui sopra, se per assurdo si accettassero tutti i consigli e si leggesse ogni titolo, ce ne sarebbe a sufficienza per occupare i prossimi mesi anche per chi legge di più. Ma nel caso non fosse abbastanza cliccando qui avete gratuitamente a disposizione gli estratti di libri che abbiamo pubblicato qui su L’Indiscreto in collaborazione con case editrici come Quodlibet, D Editore, Nottetempo ed Effequ negli scorsi mesi. Abbiamo letto e apprezzato questi titoli e grazie a queste collaborazioni abbiamo potuto consigliarveli nel modo migliore possibile: facendoveli leggere in anteprima.

Se poi siete degli eterni insoddisfatti e volete aggiungere voi stessi dei consigli, commentate pure qui sotto con i vostri titoli, o fatelo sulla nostra pagina facebook. I consigli sono importanti e se è vero che anche leggere lo è, allora i consigli di lettura lo sono ancor di più.

La redazione de L’Indiscreto.


In copertina, dettaglio da un’illustrazione di Ohkii Studio.

1 comment on “Da leggere, secondo noi

  1. […] giorno fa, alla rivista per cui lavoro, ci si è trovati a scrivere in una decina di autori un solo articolo, una raccolta di letture per l’estate da consigliare ai lettori. Lo hanno fatto tante altre […]

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