Un’opera d’arte in breve: Stanza immaginaria, di Hans Bellmer.

bellmerHans Bellmer, Stanza Immaginaria, acquaforte su carta riso (Courtesy Pananti Casa d’Aste)

Tutto è corpo e al corpo si può imporre nuove forme. Bellmer è una specie di incubo hegeliano, che si contorce in una stanza piena di bambole per raggiungere una nuova forma di sintesi. Nel suo breve saggio Anatomia dell’immagine, (Adelphi, Milano, 2001) scrive:

Posate su uno specchio senza cornice sulla fotografia di un nudo e, mantenendo sempre un angolo di novanta gradi, fatelo avanzare e girare in modo che le metà simmetriche dell’insieme visibile rimpiccioliscano o ingrandiscano secondo un’evoluzione lenta e regolare. L’insieme si riproduce incessantemente sotto forma di bolle, di pelli elastiche che, gonfiandosi, escono dalla fessura più che altro teorica dell’asse di simmetria; oppure, se eseguite un movimento inverso, l’immagine fatalmente rimpiccb gggngjiolisce, le sue metà colano l’una nell’altra, come colla tiepida risucchiata da un nulla irresistibile, come la candela posata su una stufa calda, che si accorcia perché si liquefà in silenzio a partire dalla base, che è anche quella del suo doppio riflesso nella cera fusa. Di fronte a un tale fatto abominevolmente naturale e che si accaparra tutta l’attenzione, la questione della realtà o della virtualità delle metà di questa unità in movimento sfuma nella coscienza, si cancella ai margini della memoria. L’esperienza è definitiva; prova ne è la presenza di una realtà incompleta, alla quale la sua immaginbhnme si oppone facendo intervenire un elemento motore che condensa il reale e il virtuale in un’unità superiore. E nel caso dell’entrata in scena dello specchio e del suo movimento, come del frustino che rianima la trottola o del riflesso espressivo dell’organismo, coglieremo una stessa legge, che si riassume in questa antica formula: L’OPPOSIZIONE E’ NECESSARIA AFFINCHE’ LE COSE SIANO E SI FORMI UNA TERZA REALTA.

Novità 
Bellezza ●
Divertimento ●●
Profondità 

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La Poupée [“The Doll”], 1934 Ubu Gallery
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La Poupée [“The Doll”], 1949 Ubu Gallery
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Talon Aiguille [“Stiletto”], 1958 Ubu Gallery

Bellmerbèlmër›, Hans. – Pittore e scultore tedesco (Katowice 1902Parigi 1975). Lavorò a Berlino con G. Grosz; dal1933, all’avvento del nazismo, si dedicò alla grafica pubblicitaria. Trasferitosi a Parigi nel 1938, intensificò il contatto con gli ambienti surrealisti, che avevano accolto con entusiamo fin dal 1934 la sua prima “bambola”, manichino articolato, protagonista di fotografie, pubblicate su Minotaure; una seconda versione aveva anche ispirato una serie di poesie a P. Eluard. Dal 1939 si dedicò alla grafica. Tema principale della sua opera è il corpo femminile, trattato con sensibilità erotica in complicati arabeschi e compenetrazioni. Nel 1957 scrisse Petit traité de l’inconscient physique ou l’Anatomie de l’image. (via Treccani)
Immagini courtesy of Pananti, Artsy.net

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