Il destino dell’errante. Un fumetto scritto da Vanni Santoni e disegnato dall’intelligenza artificiale Midjourney.
di Vanni Santoni
Questo è il terzo fumetto che realizzo con l’intelligenza artificiale Midjourney, dopo due brevi “scherzi” di 16 e 9 pagine pubblicati sui miei canali social. Da quando le curiose immagini di Midjourney, o quelle create dalla sua “parente” e concorrente Dall-E, hanno cominciato a circolare in rete, mi sono chiesto se questo nuovo strumento, già di per sé strabiliante a livello grafico, avesse anche un potenziale narrativo. Era, infatti, molto difficile fargli realizzare immagini consequenziali, e altrettanto duro piegarlo a rappresentare interazioni dinamiche tra più personaggi. Midjourney tanto forte nello stile, riuscendo a imitare bene questo o quell’artista, questo o quello strumento o materiale, questa o quell’epoca, quanto era debole nelle situazioni.
L’intuizione decisiva l’ha avuta il direttore di questa stessa rivista, Francesco D’Isa: piuttosto che cercare di piegare Midjourney a logiche da sceneggiatore umano, ha preferito assegnargli frasi di tenore filosofico ed esistenziale, e lasciarlo libero di agire. Il risultato è stato un affascinante fumetto, o forse è più corretto dire “storia illustrata”, pubblicato sui suoi canali Instagram. Seguendo il suo esempio, ho realizzato due storielle scherzose che hanno registrato un certo apprezzamento online. In particolare la prima, in cui avevo giocato con indicazioni di stile legate all’estetica psichedelica e all’illustrazione di copertine “retro sci-fi” (alla maniera dei vecchi Urania, per capirci), pareva convincente, per quanto fosse una boutade scritta in poco più di un’ora.
Ho allora deciso, per questo agosto narrativo dell’”Indiscreto”, di riprendere quelle indicazioni stilistiche, su cui avevo sviluppato un certo controllo, che significa anche sapere cosa dire e cosa aspettarsi – saper insomma “guidare” l’A.I., che si fa vieppiù strumento grafico, in certe direzioni, e farle “tenere” pure una certa coerenza, indispensabile nelle arti sequenziali. Nasce così questa storiella che pare uscita da una rivista di fumetti dei tardi anni ’70 e strizza esplicitamente l’occhio agli Strugackij, a Kubrick, a Tarkovskij a Lem e a Moebius & Jodo. Com’è ovvio, anch’essa non vuole essere molto più di un gioco – siamo del resto ancora alla “beta” di Midjourney – ma si sa che i giochi, alle volte, possono essere cose serie. E di certo è molto seria la mia volontà di dimostrare il potenziale narrativo di questo strumento, perché mi piacerebbe leggere altre storie realizzate con esso.
…Così cominciò l’epopea del fumetto generato, non creato, della stessa sostanza dell’Uomo.