La persecuzione delle streghe? Tutta colpa della stampa


Jon Crabb ci parla della mania delle streghe della prima Europa moderna, e di come il concomitante aumento della xilografia di massa abbia contribuito a forgiare l’archetipo della vecchia che vola sulla scopa – con tanto di gatti e calderone – che oggi è così familiare.


In copertina: Streghe che presentano al diavolo delle bambole di cera, da The History of Witches and Wizards (1720)

(Questo testo è la traduzione italiana di un articolo precedentemente uscito su Public Domain Review)

di Jon Crabb

Durante la rivoluzione editoriale del sedicesimo  e diciassettesimo secolo la diffusione e la disponibilità del materiale scritto e illustrato aumentò vertiginosamente, democratizzando l’informazione, che divenne disponibile a un numero di persone mai raggiunto prima di allora. Un grande foglio di carta a buon mercato poteva essere stampato con un proclama, decorato con una xilografia e diffuso senza troppi problemi. Questi primi giornali erano venduti per un centesimo agli angoli delle strade, incollati sui muri delle taverne e affissi nei luoghi di pubblico mercato. Nel 1592, il drammaturgo e giornalista Henry Chettle scrisse che le ballate “infettavano Londra, l’occhio d’Inghilterra”, poi viaggiavano per il paese attraverso i cantastorie, che potevano “diffondere più pamphlet proibiti dallo Stato di tutti i librai di Londra messi assieme”. C’era fame (allora come oggi) di storie di sesso e di scandali, e, per la prima volta, una rete di illustratori, stampatori e distributori potevano soddisfare questo desiderio. Il drammaturgo giacobino Thomas Middleton si riferiva alle ballate come a “mode, bugie, crimini, sciocchezze”. La stampa a buon mercato era un media per le masse, e le rozze xilografie il linguaggio visivo dell’Inghilterra moderna.

Questa rivoluzione editoriale coincise con quella che è stata definita “la mania europea delle streghe”: un panico morale e una psicosi collettiva che si diffuse in Europa e in Scandinavia tra il  sedicesimo e il diciassettesimo secolo. Il seme di questa isteria fu piantato nel 1484, quando due inquisitori domenicani fecero appello a Papa Innocenzo VIII per il permesso di avviare una caccia alle streghe, e lui rispose autorizzandoli con una bolla papale. Due anni dopo pubblicarono il loro trattato, il Malleus Maleficarum (Martello delle streghe), che, per la prima volta, elevò la stregoneria al crimine di eresia e ne giustificò lo sterminio con l’autorità papale. Appoggiandosi (e forzando) il presunto avallo papale, il Malleus Maleficarum dipinse un quadro terrificante della stregoneria, per predicare l’assoluta necessità di sconfiggere questo male in gran parte sconosciuto.

Frontespizio di Malleus Maleficarum

A quanto pareva, le streghe erano ovunque. Per ottenere le confessioni era raccomandata la tortura, l’unico rimedio era la pena di morte e il rogo l’adeguato mezzo di eseguirla. In un colpo solo, si iniziò la persecuzione delle streghe e si stabilì una prassi dettagliata per farlo. Il libro fu un bestseller e influenzò fortemente l’ossessione per la stregoneria per almeno duecento anni, diffondendosi lentamente nell’Europa continentale e poi nei paesi scandinavi, che ne divennero particolarmente ossessionati. In Gran Bretagna, la mania delle streghe colpì più tardi, ma la mancanza fu colmata da numerosi opuscoli e ballate dedicate ai dettagli piccanti della malizia diabolica.

Uno dei primi e più noti opuscoli di stregoneria britannica fu pubblicato nel 1579: A Rehearsall both Straung and True, of Hainous and Horrible Actes Committed by Elizabeth Stile, alias Rockingham, Mother Dutten, Mother Deuell, Mother Margaret, Fower Notorious Witches. Stile era una vedova sessantacinquenne, mendicante, accusata di aver stregato un albergatore. L’opuscolo descrive la sua alleanza con altre tre vecchie, conosciute come Madre Margherita, Madre Dutten e Madre Devell, nonché con un uomo di nome Padre Rosimunde, in grado di trasformarsi “in qualsiasi bestia voglia”. Le xilografie mostrano queste vecchie donne e vari animali, che le streghe avrebbero nutrito con il loro stesso sangue.

Immagine dal frontespizio di A Rehearsall both Straung and True, of Hainous and Horrible Actes Committed by Elizabeth Stile (1579)

 

Strega che alimenta i suoi familiari con il sangue, in A Rehearsall sia Straung e vero, di Hainous e orribile Actes Committed by Elizabeth Stile (1579)
Un gatto raffigurato in A Rehearsall both Straung and True, of Hainous and Horrible Actes Committed by Elizabeth Stile (1579)

 

L’immagine folcloristica della vecchia è nata attraverso queste immagini e si è diffusa in opuscoli simili nel corso del secolo successivo. Queste streghe erano di solito delle donne anziane povere, che vivevano da sole e tenevano gatti o altri animali domestici. The Wonderful Discoverie of the Witchcrafts of Margaret and Phillip Flower, Daughters of Joan Flower neere Beuer Castle (1619) e A Most Certain, Strange and True Discovery of a Witch (1643) sono esempi particolarmente famosi che hanno rafforzato questo archetipo. Il sessismo latente e la paura di coloro che vivevano ai margini della società hanno senza dubbio motivato gran parte di questa persecuzione. Quest’ultimo opuscolo riesce a mescolare il sessismo con il disprezzo, mettendo persino in dubbio che le donne siano in grado di raggiungere una pari potenza nella stregoneria che hanno raggiunto gli uomini:

Many are in a belief, that this silly sex of women by no means attaine to that so vile and damned a practice of sorcery and Witch-craft, in regard of their illiteratenesse and want of learning, which many men have by great learning done, Adam by temptation toucht and tasted the deceiving apple, so some high learnd & read by the same temptation that deceived him hath bin so insnared to contract with the Divel; as for example, in the instancing a few, as English Bacon of Oxford, Vandermast of Holland, Bungay of Germany, Fostus of the same, Franciscus the English Monke of Bury, Doctor Slackleach and divers others which were too tedious to relate of, but how weake women should attain unto it many are incredible of the same, and many too are opposite in opinion against the same, that giving a possibility to their doubtings, that the malice, and inveterate malice of a woman entirely devoted to her revengefull wrath frequenting desolate and desart places, and giving way unto their wished temptation, may have converse with that world roaring lion.

Frontespizio di A Most Certain, Strange and True Discovery of a Witch (1643)

Nel 1589, il re Giacomo VI di Scozia partì per Copenhagen per sposare la principessa Anna di Danimarca. Il viaggio di ritorno fu turbato dal maltempo e durante la traversata in Scozia, delle terribili tempeste costrinsero la nave a cercare riparo in Norvegia. Il viaggio in seguito fu tranquillo, ma tutte le persone coinvolte rimasero molto scosse. Per una straordinaria serie di eventi, i cortigiani danesi hanno successivamente accusato le donne di aver sabotato il viaggio con la magia, causando dei processi di stregoneria prima in Danimarca e poi, quando Giacomo ha deciso di seguire l’esempio, a North Berwick, in Scozia. Diversi nobili scozzesi furono coinvolti, e le gelosie e i sospetti di due case reali fiorirono in ulteriori accuse, su entrambi i lati del Mare del Nord. Re Giacomo divenne paranoico, cominciò a temere che la sua vita fosse in pericolo a causa delle streghe; esaminò personalmente chi era sotto processo e fece arrestare oltre un centinaio di persone. Un opuscolo del 1591, Newes from Scotland, Declaring the Damnable Life of Doctor Fian, a Notable Sorcerer, who was Burned at Edenbrough in Januarie Last, [Notizie dalla Scozia, sull’esecrabile vita del dottor Fian, il celebre stregone che fu arso vivo ad Edinburgo lo scorso Gennaio], racconta i sensazionali processi e presenta due illustrazioni con una serie di dettagli interessanti.

La xilografia principale riassume le diverse fasi della storia in un’unica immagine. Le streghe sono state accusate di mandare dei diavoli a gonfiare le onde, e, in alto a sinistra dell’immagine, i demoni nuotano intorno alla nave di re Guglielmo. In alto a destra, le donne sono ritratte attorno a un calderone, un elemento tipico della stregoneria, mentre guardano il fuoco che brucia e il liquido che bolle.

Prima xilografia nell’opuscolo Newes from Scotland, come riprodotto in un facsimile

 

È interessante notare che questa illustrazione è in realtà un’immagine di repertorio che appariva in altri opuscoli, privi di qualunque implicazione magica; le xilografie erano spesso ricollocate in storie diverse, da sole o incorporate in immagini più grandi. Il dottor Fian citato nel titolo era un insegnante locale accusato di guidare la congrega, e in questa immagine è ritratto come impiegato del diavolo, mentre predica da un pulpito. Fian subì delle torture terribili, come avere i piedi schiacciati da uno stivale di ferro, prima di esser bruciato vivo su un palo. Newes from Scotland è una delle uniche illustrazioni sopravvissute della stregoneria scozzese di questo periodo, ma ha avuto un significato duraturo nella “commedia scozzese”, come il Macbeth di Shakespeare, che include diversi riferimenti ai processi di North Berwick e fu rappresentato per la prima volta durante una visita del fratello della regina Anna, il re di Danimarca, nel 1606.

Questo episodio della vita di re Giacomo ispirò un profondo interesse per magia e  stregoneria, un interesse che venne in parte assorbito dalla giovane moglie danese e dalla corte scandinava, che aveva già assistito a una notevole isteria intorno al fenomeno delle streghe. L’interesse del monarca per le arti oscure diede addirittura vita, nel 1597, a un suo testo sui pericoli della magia nera, Daemonologie, che includeva come appendice anche Newes from Scotland. Sei anni dopo la corona scozzese e quella inglese furono unificate per la prima volta, e Giacomo VI fu dichiarato re Giacomo I d’Inghilterra e Irlanda. Anche se in seguito, durante il suo regno, divenne più indulgente e scettico, Giacomo portò il suo interesse per la magia nelle corti inglesi e rimase così stupito dalla permissiva legislazione inglese in materia che la fece subito modificare.

Incisione da un chapbook del XVIII secolo sulla profetessa e presunta strega Madre Shipton, presente nei Chap-books of the Eighteenth Century (1834) di John Ashton

 

Incisione raffigurante il metodo “affondare o galleggiare” per la ricerca delle streghe, presente in The History of Witches and Wizards (1720)

 

Si proclama così la pena di morte anche per la stregoneria “buona”. Di conseguenza, famosi indovini e prestigiatori furono presto perseguitati da una popolazione sempre più sospettosa e vendicativa. Matthew Hopkins, il famigerato e sedicente Witch-Finder Generall, l’uomo responsabile della morte di almeno trecento donne, ha citato Daemonologie di Giacomo come un’influenza importante per il proprio lavoro. È dunque probabile che una brutta tempesta al largo delle coste scozzesi abbia portato la morte di centinaia di persone, e un cambiamento di paradigma nella percezione dei “maghi” britannici. È difficile arrivare al numero esatto di streghe uccise durante il sedicesimo e diciassettesimo secolo, ma, secondo i registri giudiziari, ci sono state circa tremila esecuzioni in Gran Bretagna, la maggior parte delle quali in Scozia. In tutta l’Europa la cifra dovrebbe essere di decine di migliaia, e comprende sia uomini che donne. Anche se questo numero di per sé è abbastanza scioccante, i tentativi da parte di alcuni neopagani di caratterizzare il periodo come The Burning Times – un olocausto di diversi milioni di donne – sembra essere un’esagerazione, ben intenzionata ma errata.

Frontespizio della scoperta delle streghe di Matthew Hopkins (1648) che mostra due streghe che chiamano i nomi dei loro demoni, mentre Hopkins guarda

 

Alcuni dei casi più significativi dell’epoca sono stati immortalati in opere teatrali, romanzetti e libri più lunghi. Le xilografie che illustrano queste opere sono state in gran parte responsabili dell’archetipo culturale della “strega” che ci è familiare: cappelli a punta, scope, calderoni, gatti. La stessa xilografia veniva spesso usata più volte in luoghi diversi, e, ad ogni nuova apparizione, il cliché si ripeteva e si rafforzava. Alla fine alcune delle storie più celebri migliori sono state raccolte in opere di riferimento popolare, come The Kingdom of Darkness: Or, the History of Dæmons, Specters, Witches, Apparitions, Possessions, Disturbances, and Other … Supernatural Delusions … and Malicious Impostures of the Devil … Collected from Authentick Records … With Pictures of Several Memorable Accidents, by R.B. (1688). La maggior parte delle immagini davvero iconiche che si trovano su internet provengono da una sola collezione, The History of Witches and Wizards: Giving a True Account of All Their Tryals in England, Scotland, Sweedland, France, and New England … Collected … By W. P. (1720).

Streghe su manico di scopa, presenti in The History of Witches and Wizards (1720)

 

La festa delle streghe, presente in The History of Witches and Wizards (1720)

 

Le streghe che ballano con i diavoli, presenti in The History of Witches and Wizards (1720)

Qui troviamo streghe e demoni che ballano, pupazzi di cera battezzati dal diavolo, spiriti che saltano da un cerchio di fiamme, e una festa al sabba delle streghe. Si tratta di una rappresentazione della stregoneria energica e dinamica, molto più attraente delle vecchie gobbe. Che gli autori lo volessero o meno, sono riusciti a far sembrare la stregoneria piuttosto eccitante e attraente. Le storie sono facili, le letture avvincenti e le immagini mostrano giovani uomini e donne che fanno cose straordinarie. Entrambi i libri sono anche palesemente pervasi di erotismo. Ci sono numerose citazioni di atti carnali, di satiri lussuriosi, spogliatoi, orge, incantesimi d’amore e uomini belli e diabolici che appaiono a giovani cameriere innocenti.

Dopo i primi opuscoli di stregoneria della fine del XVI secolo, nel XVII secolo le pubblicazioni sono diventate sempre più elaborate. Man mano che re Giacomo diventava sempre più scettico sulla realtà delle streghe, il suo regno diventava sempre più paranoico. Ci vollero decenni perché l’isteria si placasse. Mentre i primi opuscoli si basavano su documenti di corte relativamente sobri, in seguito gli opuscoli si dilungavano nel descrivere le terribili torture dell’accusato o i prodigi incredibili che avevano compiuto. Da quando furono pubblicate le storie sulla stregoneria, il sensazionalismo regnò incontrastato e le xilografie divennero sempre più sorprendenti. In un periodo tormentato dalla peste, dalla guerra civile e dalla povertà, ci deve essere stata una certa simpatia per il diavolo.


Jon Crabb è uno scrittore e redattore con interessi per la cultura della fin-de-siècle, la cultura dimenticata, l’esoterico e tutto ciò che è generalmente strano e meraviglioso. È l’autore di Decadenza: Decadence: A Literary Anthology andGraven Images: The Art of the Woodcut. Il suo sito è joncrabb.com.

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