
Chi pensa che si nasca una volta sola dovrà cambiare idea, perché L’Indiscreto nasce due volte. La prima nel 1969, «con la massima indiscrezione», come recita l’editoriale della rivista, edita dalla Galleria Pananti a cura di Silvio Loffredo e Piero Pananti, e diretta da Saverio Strati.

La seconda è oggi, perché la Galleria Pananti vuole dare alla sua rivista una nuova vita, oltre che aprire al pubblico il suo archivio per proporre una selezione delle migliori pubblicazioni. A L’Indiscreto hanno collaborato con scritti, disegni e saggi, Mino Maccari, Armando Brissoni, Alberto Manfredi, Mario Bergomi, Nino Tirinnanzi, Italo Cremona, Paolo Cesarini, Saverio Strati, Giorgio Bertolini e molti altri; un patrimonio notevole con un inconfondibile stile: si può ben dire che gli autori facessero un po’ quel che gli pareva. Gli indiscreti, infatti, deridevano, offendevano, blandivano, contaminavano, ammansivano… si muovevano con sfacciata irriverenza, talvolta pagandone le conseguenze.
Un metodo che ha pregi e difetti: di buono ha una creatività libera da vincoli, in grado di assumere un punto di vista mobile su una realtà altrimenti inerte. Libero dalla paura di smentire ed essere smentito, il pensiero lascia che le contraddizioni fremano con la prepotenza di spore, scuote i discorsi come foglie e fruga nella terra, impastando le mani nel lercio per ottenere la linfa necessaria a nuovi ambienti vitali.
Questo, si diceva, è il lato positivo. Quello negativo è che assieme ai paradisi si creano gli inferni; si fanno errori, si prendono cantonate, si dicono stupidaggini. Il limitare è intrinseco al limite, il che vuol dire, con meno metafisica, che ci dobbiamo correggere a vicenda. Questo sarà, se possibile, il nostro metodo; prendersi sul serio per scherzo e lasciare che le nostre affermazioni coesistano con la possibilità di cambiare idea.
Ed è “per prendersi sul serio per scherzo” che l’Indiscreto chiama su di sé la benedizione del giullare, patrono e antenato degli artisti. A lui tutto è permesso: ha acquisito quest’immunità al prezzo della solitudine, si sente a sproposito ovunque e dunque mai a disagio; la sua arroganza supera re e imperatori, il suo potere sta nel rinunciare al potere. Il buffone vuole danzare su tutte le corone, ma non può; per soddisfare la sua sterminata vanità si burla del mondo, ne smaschera l’irrealtà ed eleva oltre il nostro altri universi, apparentemente più falsi.

Artisti, scrittori, filosofi, saggisti, disegnatori, fotografi, buffoni e giullari: siete deboli. Persino se diverrete belli, ricchi e famosi non sarete mai adatti a questo mondo. Solo l’impossibile vi basta, mentre la vita da saltimbanchi vi rende biliosi e meschini; la vostra unica salvezza è portare avanti una smodata arroganza con modestia. Siete rifiuti vestiti a festa e tali rimarrete. Non ne abbiate a male e accettate il vostro ruolo; ospiteremo volentieri le vostre frasi indiscrete.
Complimenti. Bellissime la presentazione e la grafica.
Ciao Francesco, grazie per avermi messo al corrente del vostro Blog. Complimenti
Grazie a te!
bellissima iniziativa, grazie
Grazie! Spero che ci seguirai.
bellissimo progetto, grazie