“NELLA GROTTA” è un racconto in dodici parti di Wenzel Aar, illustrato da Vacon Sartirani. Pubblichiamo oggi le prime due; le altre seguiranno presto.
Capitolo I
NELLA GROTTA
Dopo un ennesimo litigio con mio fratello, il mattino del primo maggio dell’anno 1882, all’età di undici anni, entrai nella grotta per rimanerci per sempre.
Capitolo II
Mani estranee.
Appena fui dentro la grotta, le mani mi si staccarono dai polsi e caddero a terra. Dai loro polsi, dai polsi delle mie mani estranee, uscirono serpeggiando lunghissime vene ricche di sangue che come bestia spaventata subito mi si gettarono al collo stringendolo con tutta la loro forza. Mi uccisero in pochi secondi quasi senza dolore. Il mio corpo strangolato giacque per vent’anni nella grotta, mentre le mie mani, separate da esso, con le loro vene, erano entrate nella mia casa e lì avevano preso il mio posto tra i miei famigliari e i miei conoscenti ignari di tutto. Per due decenni le mie mani estranee mangiarono, lavorarono, amarono e vissero la mia vita come avrei dovuto fare io, come avrei voluto fare io, mentre il mio corpo giaceva morto nella grotta. Dopo vent’anni esatti, improvvisamente le mie mani estranee abbandonarono la loro vita e, proprio come avevo fatto io, si rifugiarono nella grotta, dove ritrovarono immutato il mio corpo monco. Lì, in un amorevole e accurato processo chirurgico, le mie mani si ricongiunsero a me con tutte le loro vene, resuscitandomi. Prima però, avevano scritto su una parete della grotta, con il loro sangue, queste parole:
“NON FUGGIREMO MAI PIÙ”
[Continua…]