Nella grotta #3

“NELLA GROTTA” è un racconto in dodici parti di Wenzel Aar, illustrato da Vacon Sartirani. Pubblichiamo oggi il capitolo quarto e quinto, mentre gli arretrati sono disponibili qua.

Capitolo IV
Il palombaro.

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Nella grotta il tempo passava nel silenzio e nell’oscurità assoluti ma soprattutto, come avevo sperato, nella più completa solitudine. L’unico elemento che venne a turbare questa solitudine fu un palombaro che ad un certo punto, convinto, eviden-temente, di trovarsi nel mare e precisa-mente sul fondo dell’oceano, cominciò a effettuare delle discese di qualche minuto nella grotta con l’apparente scopo di studiare creature marine (di cui ovviamente non vi era traccia) o forse alla ricerca di un qualche tesoro che lui credeva subacqueo. Con lentissimi movimenti acquatici, che a me apparivano ridicoli, il palombaro si aggirava nella grotta e l’esaminava approfonditamente alla flebile luce di una lampada a petrolio. Durante una di queste visite riuscì a vedermi, immobile nell’oscurità. Equivocando probabilmente la mia nuova testa per una rara ed affascinante creatura marina, mi si avvicinò, estrasse il coltellaccio e si accinse a tagliarne un pezzo. Io, spaventato, feci un movimento così improvviso e brusco da terrorizzarlo al punto che risalì immediatamente e non tornò mai più, ma feci comunque in tempo a guardare attraverso il casco illuminato dalla sua lampada e ad accorgermi che mi somigliava in modo terribile.

Capitolo V
La lettera.

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Due anni prima di entrare nella grotta avevo conosciuto una ragazzina di cui in breve tempo mi innamorai segretamente. All’epoca ero ancora un bambino e per di più particolarmente timido e quindi, dopo settimane tormentate, decisi, per dichiararmi, di scriverle un lettera d’amore come si usa ingenuamente fare in quell’età. La lettera consisteva in questo: avevo reclutato nella campagna tutti gli animali che ero riuscito a catturare vivi (topi, piccioni, insetti, lucertole…) e con un’estenuante e rivoluzionario metodo di addestramento li avevo istruiti a marciare ordinatamente verso la casa della mia amata e, una volta davanti alla sua finestra, ad emettere ciascuno un proprio verso specifico in un certo ordine di modo da comporre il messaggio d’amore che costituiva, appunto, il contenuto della mia lettera. Purtroppo, alla vigilia del giorno stabilito, li chiusi tutti in una scatola a quanto pare non abbastanza aerata perché il giorno fatidico li trovai tutti morti. Nella grotta, però, vennero a trovarmi tutti quanti e, ciascuno emettendo il proprio verso specifico nel corretto ordine, mi comunicarono il seguente messaggio: “Anche tu mi piaci.”

[Continua…]

Basato su un racconto di Wenzel Aar, incisioni di Vacon Sartirani.