Benvenuti alla rubrica domenicale de L’Indiscreto. Ecco la nostra selezione di estratti inediti dagli scritti personali di Leone Piccioni, una grande penna del novecento che ci ha consentito di aprire ogni settimana una piccola finestra sul secolo appena trascorso.
È sempre interessante leggere del nostro passato storico, soprattutto se recente, ma lo è forse ancor di più se si sceglie di leggere pensieri personali dove la curiosità storica può godere di una dimensione familiare oltre che politica e sociale. Pensieri come questi sono nati in privato all’interno dell’élite letteraria e politica del nostro paese ed è per questo che crediamo siano delle perle preziose, capaci di regalare una cartolina di un’epoca, raccontarne i sentimenti e le dinamiche di pensiero, come in un bel film storico ispirato a fatti realmente accaduti.
Ora che è il 2017, e si sta per chiudere il secondo decennio del “nuovo” secolo, alcune idee politiche cominciano ad apparire sempre più simili a quelle che plasmarono il secolo scorso. Cogliere qual è l’andazzo del proprio tempo è certamente un compito complicato, ma forse è anche per questo che è utile dare uno sguardo alla storia con un punto di vista “interno”, lontano dal distaccamento necessario agli storici per la ricerca della tanto ambita obiettività.
Nelle scorse puntate, che trovate cliccando qui e qui, i protagonisti erano Ungaretti, Gadda, Burri e Arbasino. Oggi invece sono il Papa Roncalli, De Gasperi, Benito Mussolini e il Partito Comunista Italiano. Buona lettura e buona domenica.
“Papa, faccia finta di pregare”
“Quando la Tv era in bianco e nero l’operatore Giandinoto ebbe l’incarico di riprendere in televisione Papa Pacelli, Pio XII, ma staccò quasi subito l’occhio dalla telecamera e disse: «Non mi viene bene: Santità il bianco spara».
Un altro operatore si recò con Piero Angela per una ripresa da Papa Montini, Paolo VI. Inquadrò la telecamera, non si decideva a girare finché disse rivolto al Pontefice: «Eccellenza, faccia finta di pregare». L’occhiata di Paolo VI si può immaginare.”
Minoranze, perché parlarne?
“Prima delle elezioni del ‘48 il governo De Gasperi si presentò in minoranza alla Camera. Se non avesse ottenuto la maggioranza andava alle elezioni. Il discorso conclusivo conclusivo prima del voto di fiducia toccò all’on. Piccioni, allora segretario del Partito. In un intervento che fu definito “storico” passava in rassegna le posizioni dei vari partiti. Tra questi c’era quello della Democrazia del Lavoro, piccolo quanto intrigante e fumoso: giunto a quel punto Piccioni fece una pausa e disse: «C’è poi la Democrazia del Lavoro. Perché parlarne?».”
Mussolini a Livorno, “dove sono i comunisti?”
“In pieno fascismo Mussolini fece un discorso in piazza a Livorno, città rossa per vocazione. Ma Mussolini sfidando la grande massa di gente che lo ascoltava diceva: «questa era una città comunista, poi è venuto il fascismo e le cose sono cambiate. Dove sono finiti tutti i comunisti di ieri?». E dalla piazza si levò una risposta a bassa voce: «Non lo vedi che siamo tutti qui?».”
“Se Berlinguer pigliasse il 50 per cento? Mi darei alla macchia”
“Romano Bilenchi era uscito dal Partito Comunista dopo l’invasione dell’Ungheria da parte dei sovietici. Più tardi però rientrò nel partito. Era a Roma in clinica per una visita di controllo. Un giovane entusiasta comunista, lo andava a trovare ed era il periodo in cui si discuteva sull’atteggiamento che il Partito Comunista avrebbe preso riguardo al governo se avesse avuto il 50 per cento dei voti. I più sostenevano che anche in una tale evenienza sarebbe stato necessario fare un blocco di governo con la Dc. Il giovane non era persuaso da questa coalizione: pensava che il Pci con il 50 per cento avrebbe dovuto andare da solo al governo. Chiese il parere a Bilenchi: «Se Berlinguer pigliasse il 50 per cento? Io mi darei alla macchia».”
-->Tra De Gasperi e Bidault? C’era Papa Roncalli
“Durante la Conferenza di Parigi sulla guerra, il presidente del Consiglio francese, Georges Bidault, mostrò una certa simpatia per l’Italia. Le relazioni scritte tra De Gasperi e Bidault avvenivano attraverso il Nunzio Apostolico. Una volta o due per prudenza ebbi io l’incarico di consegnare queste lettere. Fui accolto con affetto dal Nunzio: era il cardinale Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII.”
Popolo felice? “Togliere immediatamente tutte le tasse!”
“In Armenia prima del genocidio un governatore della regione decise di aumentare le tasse e mandò un ispettore in città a vedere come la popolazione aveva preso questa decisione. L’ispettore riferì che aveva trovato molto malumore e molta tristezza. Il governatore decise di aumentare ancora le tasse: l’ispettore andò e tornando rispose che aveva trovato una città morta: negozi chiusi, lumi spenti, una grande desolazione. E il governatore: «Ancora tasse!». Questa volta però al ritorno l’ispettore si dichiarò assai stupito perché aveva trovato la città in festa, luci accese, negozi aperti, cene, balli e canti. E il governatore: «Togliere immediatamente tutte le tasse».”
a cura di Enrico Pitzianti
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