Da lontano sembra un paesaggio piacevole – anzi, un paesaggio qualunque. Ma appena ci si avvicina si scoprono miriadi di creature incastrate in ogni anfratto, che si contorcono, fremono, si aggrovigliano, copulano o si divorano. Brueghel ci presenta la natura nella sua crudele armonia: perfetta (a debita distanza) e tormentosa (man mano che ci si cala dentro). Werner Herzog disse riguardo alla Foresta amazzonica: “è un luogo dove la natura non è ancora completa. Un luogo dove Dio, se esiste, ha creato con rabbia […] anche le stelle nel cielo appaiono in confusione.”. In questo senso Brueghel ci trasporta nel centro della foresta.
→ Se passate da Bologna, potete ammirare molte creaturine di Brueghel a Palazzo Albergati, via Saragozza 28 – Bologna. Biglietto intero (con audioguida): 13 euro, dal 2 ottobre 2015 al 28 febbraio 2016.
Jan Brueghel il Vecchio, detto in Italia anche Bruegel dei Velluti (Bruxelles, 1568 – Anversa, 12 gennaio 1625), è stato un pittore fiammingo. Membro di una numerosa famiglia di pittori, figlio di Pieter Bruegel il Vecchio, fratello minore di Pieter Bruegel il Giovane e padre di Jan Brueghel il Giovane, meritò i soprannomi di Brueghel dei velluti, dei fiori e del paradiso in ragione dei suoi soggetti preferiti (per gli ultimi due) e a causa dei toni vellutati dei suoi colori, o forse della sua predilezione per gli abiti in velluto (per il primo). Autore prolifico di nature morte (spesso costituite di fiori) e di paesaggi, si allontanò dallo stile paterno più di quanto non abbia fatto il fratello Pieter il Giovane. I suoi primi dipinti sono spesso paesaggi che ritraggono scene delle Sacre Scritture, in particolare le scene di foreste che rivelano l’influenza di Gillis van Coninxloo, vero maestro nella pittura dei paesaggi boschivi. Nelle opere più tarde passò prima alla pittura di paesaggi puri e di ambientazioni urbane, quindi – verso il termine della sua vita – alle nature morte. Molte delle sue opere sono state realizzate in collaborazione con altri pittori; spesso le figure umane dipinte da altri artisti sono state integrate nei paesaggi dipinti da Jan Brueghel. Il più famoso dei suoi collaboratori fu Pieter Paul Rubens, ad esempio per il Peccato originale. Jan Brueghel il Vecchio soggiornò a lungo in Italia (1592-1596) e in particolare a Milano, dove strinse rapporti con il cardinale Federico Borromeo che fu prima suo protettore e quindi del figlio Jan il Giovane, e raccolse diverse sue opere, considerandolo quasi un contraltare più ‘decoroso’ del naturalismo di Caravaggio, di cui possedeva la celebre Canestra di frutta. Rientrato in patria, Jan Brueghel nel 1625 morì di colera ad Anversa, dove aveva il suo studio dal 1596. (da Wikipedia)
Jan Brueghel il Vecchio (1568-1625) PAESAGGIO CON FAUNA MARINA Olio su tavola, cm. 19,8 x 28,8 Sul verso antica iscrizione: “Jean Breughel”. Provenienza: raccolta del governatore dell’Africa Orientale Italiana Dott. Angelo De Rubeis Immagine courtesy by Pananti Casa d’Aste
Dettaglio da: Jan Brueghel, Cristo nel Limbo, ca.1595, Galleria Colonna, Roma.